Page 30 - Rivista Rotary - MAGGIO-GIUGNO 2019
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RIVISTA ROTARY D2060

LE INTERVISTE
FRANCESCA STIVAN: UNA PERSONA NORMALE, ANZI
UNA DONNA SPECIALE

di Pietro Rosa Gastaldo

Francesca Stivan al Congresso Rotary  Ti guarda con un sorriso solare dall’alto della sua seggiola
                                      che le permette di fare tutto, in ufficio come a casa. Con i
                                      piedi guida anche l’auto. Dopo il tuo primo momento d’im-
                                      barazzo, ti rendi conto di avere davanti a te una persona
                                      normale, anzi una Donna speciale, vivace e allegra, che
                                      vive la sua diversa abilità con la normalità di una persona
                                      comune. È il Magistrato Francesca Stivan, Giudice di Pace
                                      presso il Tribunale di Vicenza, priva dalla nascita degli arti
                                      superiori a causa del farmaco a base di Thalidomide che sua
                                      madre, su prescrizione medico-specialistica, assunse nei
                                      primi mesi di gravidanza.
                                      La incontriamo nel suo ufficio in Tribunale a Vicenza per
                                      parlare della sua storia, non come fenomeno da esibire ma
                                      come testimonianza esemplare di chi ha sorriso alla vita,
                                      nonostante la sua condizione, e che con la propria forza di
                                      volontà, ha superato ogni ostacolo e raggiunto i suoi obietti-
                                      vi di studio, professionali e di vita.

                                      Nel 2018 i Distretti Rotary e Inner Wheel le hanno confe-
                                      rito il premio “Quando la volontà vince ogni ostacolo”, ed è
                                      stata testimonial al Congresso del Rotary a Trento. Lei ha
                                      sostenuto di guardare agli ingredienti positivi della vita e
                                      di accettarla così com’è. Lo può spiegare in poche parole?
                                      In poche parole …? Ci provo! Chi non ha almeno una volta
                                      qualificato la vita come ingrata, cattiva, ingiusta, avara,
                                      matrigna... Invero, la vita non può essere qualificata perché
                                      la vita è: punto e basta. La vita fa esattamente il suo corso,
                                      non chiede il nostro consenso, ci chiede solo di viverla. È
                                      un'occasione irripetibile, imprevedibile nel suo incedere:
                                      le sofferenze, le tribolazioni ne sono espressione quanto le
                                      gioie e le soddisfazioni; fermare il respiro quando le cose
                                      ci sembrano andare per il verso sbagliato è rinunciare a
                                      cogliere tutta la positività che ci sta comunque offrendo,
                                      nonostante la negatività del momento.

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