Page 42 - RR-D2060 GENNAIO FEBBRAIO 2018-19
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RIVISTA ROTARY D2060

IL SIRDE 2018/2A PARTE

L’evento organizzato nelle zone della Grande Guerra, tra le meravigliose colline del
Prosecco, per celebrare un anniversario speciale, la fine della Prima Guerra Mondiale,
terminata l’11 novembre di cento anni fa, dopo la battaglia di Vittorio Veneto.
L’orgoglio di poter ospitare e organizzare un evento nazionale. Con Francesco Roberto
un retroscena.

di Giulia Villacara

A tutti i pacchetti dell’evento per gli ospiti del Sirde sono stati
attribuiti dei nomi di un eroe che si è distinto combattendo e
che ha lasciato, in qualche modo, il segno; uno spunto per sol-
lecitare una riflessione per conoscere meglio gli eventi storici e
i luoghi visitati dal 9 all’11 novembre.
Ci svela qualcosa Francesco Roberto, membro dello staff or-
ganizzativo del Sirde2018 e consulente storico, che ha curato
personalmente la scelta del nome dei pacchetti e che, da gran-
de appassionato di storia, può raccontarci al meglio qualche
piccola curiosità.

Come mai l’idea di dare ai pacchetti il nome degli eroi?             Vasetti di Miele per Belluno.
L’idea nasce dall’esigenza di collegare l’evento ai luoghi in cui
si sono svolte le ultime fasi del primo conflitto mondiale, dalla
prima battaglia del Piave a quella di Vittorio Veneto, evitando
però di sviluppare “lezioni frontali”. La possibilità di offrire ai
rotaractiani di tutta Italia una storia da cui poter apprendere
era l’obiettivo: ogni pacchetto ha avuto come nome quello di
un eroe, giovane o meno, caduto per la patria e grazie ai quali
oggi possiamo sentirci fieri di essere italiani.

Secondo te, c’è, tra questi, un eroe rappresentativo? Ce             secondo voi potrebbe essere il più rappresentativo. Spezzo una
n'è uno che ti senti di indicare come tale?                          lancia in favore di Eligio Porcu, Capitano di origini sarde di
Ognuno di loro si è distinto per spirito di abnegazione e al-        22 anni, medaglia d’oro al valor militare, morto sul Montello
truismo, non limitandosi a svolgere il proprio ruolo di soldato      nel giugno del ’18 e di Umberto Sacco astigiano di vent’anni,
ma addirittura arrivando a non esitare davanti al bivio “me          anche lui medaglia d’oro e morto sul Montello in quel giugno
stesso o i miei compagni?” scegliendo tragicamente i secondi.        nella battaglia del Solstizio, era Aiutante Maggiore in seconda.
Proprio per questo mi diventa veramente difficile poterne            Questi, e altri eroi della Grande Guerra, sono stati i protagoni-
scegliere. Vi esorto invece a leggervi le brevissime storie di       sti della visita del sabato mattina sui verdi prati del Montello,
ognuno di loro, cercando di immedesimarvi e di scoprire quale        dove questi ragazzi fecero la differenza cent’anni fa.

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